Fano, l’antica Fanum Fortunae, deve il suo nome al Tempio della Fortuna intorno al quale sorse il primo nucleo abitato. Sbocco al mare dell’antica Via Flaminia, fu cinta di mura da Augusto, il quale fece costruire anche una porta, detta Arco d’Augusto per la sua imponenza, ed incaricò il famoso architetto Vitruvio di erigervi una basilica.
A testimonianza del periodo romano restano oltre ai ricordati monumenti ed al reticolo viario, anche resti di un impianto termale con annessa palestra e di alcuni edifici privati.

Fu distrutta nel 540 dai Goti di Vitige e Totila, successivamente entrò a far parte della Pentapoli Marittima.
Come libero Comune fu alleata con Venezia; le famiglie dei Del Cassero e dei Da’ Carignano furono citate da Dante nella Divina Commedia.
Dal 1339 al 1463 i Malatesta da Verrucchio, Signori di Rimini, governarono Fano. Tracce di questi periodi sono costituite dal Palazzo del Podestà, dal Palazzo Malatestiano, dalla Rocca e dalle splendide Tombe Malatestiane.

Caduti i Malatesta, Fano passò allo Stato della Chiesa, sotto cui rimase sino all’unità d’Italia, anche se per brevi periodi fu assoggettata a Cesare Borgia prima, ed ai Medici poi. All’interno dello Stato della Chiesa godette di un’ampia autonomia, la Libertas Ecclesiastica; in questo periodo di prosperità economica, religiosi e nobili cittadini chiamarono a Fano i maggiori artisti del tempo, dal Perugino a Giovanni Santi e a Raffaello, dal Domenichino a Guido Reni ed al Guercino, per adornare le Chiese e la città; buona parte di queste opere sono ancora conservate a Fano.