L’acquedotto romano di Fano, dalle sorgenti del versante di N.O. della collina di M. Giove alla città di Fano, ha una lunghezza di circa 4 km.

La Strada dei Pozzetti, che sale da Centinarola al Prelato, deve il suo nome al fatto che alla sua sinistra, andando verso monte, sono ben visibili i pozzetti di ispezione alle gallerie dell’acquedotto romano costruito, forse, ai tempi di Cesare Augusto. L’acqua veniva captata da vene presenti in vari punti delle pendici del versante di N.O. della collina di M. Giove: essa fluiva “per caduta” o “a corda naturale” raggiungendo una piscina limaria nella zona di Centinarola. Solo dopo l’allacciamento al potabilizzatore (1991) l’acqua dell’antico acquedotto ha cessato di essere immessa in quello di Fano; in zona di Centinarola si disperde in un fosso.

Le gallerie dell’acquedotto romano, di cui esiste una pianta aggiornata, hanno le volte “a botte” o “alla cappuccina” con tegole o lastre, e sono praticabili. Si tratta di un manufatto di grande valore tecnico e storico che va difeso e conservato.

Tra le sorgenti più antiche è ancora attiva, sia pur con non grande emissione di acqua, la Fonte di Bocca Battaglia; qui nel 1909 vennero costruiti tre pozzetti e una galleria che si immetteva nell’acquedotto romano. Sul luogo c’è anche un “cisternello” per la raccolta delle acque, ovviamente di proprietà comunale. La Fontana del Ballerino, segnata nelle carte topografiche, non è più attiva; rimane solo il toponimo (la proprietà era dei Ballarini).

Larga parte della rete fognaria attualmente in uso nel centro storico è di origine romana. Si tratta di una rete di cunicoli di altezza variabile da 1,60 a 1,70 metri, con larghezza media di 40 cm.

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