n.b. clicca QUI per geolocalizzare piazza P.M.Amiani

amiani2-300x186Tra la fine del secolo scorso ed i primi anni dell’attuale le demolizioni effettuate nel centro cittadino, demolizioni che interessarono un intero fabbricato occupato dal convento dei SS. Filippo e Giacomo ormai fatiscente e da alcuni fabbricati annessi, fra il corso Vittorio Emanuele (attuale corso Matteotti), il vicolo di San Domenico (oggi scomparso), e la via di San Filippo (oggi via de Amicis), consentirono a più riprese di indagare archeologicamente l’area che si rendeva libera da costruzioni.

Una prima campagna di scavi effettuata nel 1898 è documentata da una relazione di E. Brizio riportata in “Notizie degli Scavi” del 1899. Altre ricerche furono effettuate nel 1901 e nel 1902. Una dettagliata planimetria degli uni e degli altri fu redatta soltanto nel 1929 dall’assistente Ciro Uguccioni che aveva seguito ambedue le campagne di scavo.
Alla pianta è allegata una accurata descrizione, con relativa localizzazione dei reperti rinvenuti.

Eseguiti gli scavi la quasi totalità veniva reinterrata tranne la parte centrale sulla quale veniva eretta la Scuola Elementare Luigi Rossi.
E’ appunto nei sotterranei dell’edificio scolastico, raggiungibili mediante una scala posta esternamente a fianco dell’edificio stesso, che è possibile vedere parte dei ruderi dissepolti.

Le strutture messe in luce occupano un’area centrale della città antica, sono delimitate su due lati da assi stradali (attuali corso Matteotti e via Arco d’Augusto n.d.r.) e si articolano attorno ad un grande peristilio, di forma quadrangolare, circondato da un portico; un vasto edificio era compreso tra questo e gli assi viari.
Il peristilio non fu messo completamente in luce, ma venne indagato parzialmente su tre lati, quelli interessati dalla costruzione della scuola L. Rossi; lo stesso avvenne per le strutture pertinenti al complesso edificio che vi prospettava. Il portico delimita un vasto spezio rettangolare di m. 25,5 x 22 che non fu indagato.
Il peristilio, del quale furono messi allo scoperto, anche se non completamente, tre lati, doveva presentare circa dodici colonne per lato.
Queste, realizzate in laterizio e coperte d’intonaco color rosso pompeiano, erano a sezione circolare e si appoggiavano su un plinto quadrangolare in pietra; ne sono state messe in luce circa venticinque.
Tutte le strutture si inquadrano nel reticolato ortogonale della rete stradale della città.